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Colon irritabile: cause, sintomi e rimedi

20/05/2022 - Pubblicato in Salute & Benessere

Di recente sempre più persone si trovano costrette a dover fronteggiare le problematiche legate al colon irritabile. Questa patologia, infatti, sconosciuta sino ad alcuni anni fa, è l'insieme di disturbi cronici che riguardano l'intestino.

È una condizione particolarmente fastidiosa che è in grado di inficiare negativamente la qualità della vita. Come avremo modo di vedere a breve le cause di questo disturbo non sono ancora chiare e, a quanto pare, sono multifattoriali.

Che cos'è il colon irritabile e quali sono le cause?

Come anticipato in precedenza il colon irritabile, meglio conosciuto come sindrome del colon irritabile, è un insieme di numerosi disturbi, solitamente cronici, collegati all'intestino crasso. Questa particolare condizione è molto diversa rispetto, ad esempio, ad altre patologie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn. Quest'ultima infatti comporta una evidente malformazione anche visiva del tratto dell'intestino crasso. Nel caso del colon irritabile invece l'aspetto dell'organo è normale e non presenta alcuna anomalia.

Secondo le ultime ricerche portate avanti in questo settore sembra che tra le cause di questa particolare condizione vi sia una problematica legata alla comunicazione nell'asse intestino cervello. Sembra infatti che le fibre nervose che si vanno ad innestare nell'intestino e ai muscoli intestinali, non comunichino correttamente con l'encefalo. Purtroppo questa patologia è molto difficile da curare in maniera definitiva in quanto pare proprio che vi sia una problematica fisiologica.

Alcuni pazienti tuttavia per lunghi periodi di tempo non riportano sintomi della malattia e, spesso, questa comincia a manifestarsi improvvisamente. Questo aspetto non è ancora stato spiegato con certezza. Per comprendere meglio che cosa sia la sindrome del colon irritabile è necessario ricordare l'anatomia intestinale: l'intestino è una porzione dell'apparato digerente che si trova fra il piloro e l'ano.

L'intestino, in virtù della sua considerevole lunghezza, è suddiviso in tratti. Troviamo infatti:

  • L'intestino tenue
  • Il colon ascendente
  • Il colon trasverso
  • Il colon discendente
  • Il colon sigma
  • Il retto
  • L'ano

L'intestino crasso è da considerarsi come la parte terminale dell'intestino di tutta l'apparato digerente. Dal punto di vista anatomico è a sua volta suddiviso in sei parti ciascuna della lunghezza di ben 2 metri.
Non male no!?
La patologia, dunque, attacca proprio l'ultimo tratto dell'intestino, ovvero l'intestino crasso, apparendo come un insieme di disturbi cronici che possono perdurare per anni. Attenzione, inoltre, che il colon irritabile può essere segnale, o può portare, allo sviluppo di un tumore al colon retto; è per questa ragione che la patologia deve essere presa in carico da uno specialista con tempestività.

Quali sono i sintomi del colon irritabile?

Essendo una malattia multifattoriale, il colon irritabile si manifesta con numerosi sintomi.

Inizialmente, infatti, il paziente avverte forti dolori e crampi addominali che portano solitamente a una scarica di diarrea. Con quest'ultima i sintomi sembrano migliorare e i dolori diminuire.

Molto frequente è anche la sensazione di gonfiore allo stomaco, tecnicamente definita come distensione addominale; questa potrebbe essere in parte dovuta alla incapacità dell'intestino crasso di metabolizzare correttamente alcuni polisaccaridi che, venendo fermentati dalla popolazione batterica intestinale, portano alla creazione di gas che si accumula all'interno del lume dell'intestino crasso.

Oltre alla sensazione di gonfiore e allo sviluppo di crampi addominali, questa malfunzione del microbiota porta allo sviluppo di un fastidioso meteorismo.

Frequente, inoltre, nei pazienti affetti da questa patologia l'alternanza di diarrea alla stitichezza. Questi due sintomi possono essere una conferma del malfunzionamento del coordinamento motorio dei muscoli intestinali: pare infatti che vi sia un disordine nel controllo dei muscoli deputati alla peristalsi che può essere dunque eccessiva o del tutto assente.È per questa ragione, infatti, che solitamente si consiglia ai pazienti affetti dalla patologia di servirsi di particolari polisaccaridi, per aiutare e facilitare l'evacuazione in caso di stipsi. Quest'ultima infatti, se protratta, può portare ad un peggioramento dei sintomi.

Un altro elemento tipico della sindrome da colon irritabile è la presenza di muco all'interno delle feci oltreché, una sensazione di incompleto svuotamento intestinale successivo la defecazione. Questo, può essere in parte dovuto, a una irritazione della mucosa intestinale che risponde con una iperproduzione di muco.

Ricapitolando i sintomi della sindrome del colon irritabile sono:

  • Dolori e crampi addominali
  • Diarrea o evacuazione di feci non formate
  • Sensazione di gonfiore allo stomaco
  • Formazione di aria a livello intestinale (meteorismo)
  • Irregolarità intestinale: periodi di diarrea che si alternano a periodi di stitichezza possono essere piuttosto frequenti nei pazienti affetti dalla sindrome del colon irritabile IBS

Quali sono i rimedi per il colon irritabile?

Purtroppo ad oggi non esistono dei rimedi efficaci per risolvere il problema del colon irritabile. Esistono tuttavia una serie di protocolli anche farmacologici che sono in grado di mitigare i sintomi.

Tra i farmaci più utilizzati ricordiamo gli anticolinergici e gli antispastici: questi due classi di prodotti farmaceutici hanno come obiettivo quello di ridurre la secrezione gastrica e la motilità intestinale. L'obiettivo principale quello di ridurre le eventuali scariche di diarrea.

Se non si vuole ricorrere ai farmaci, recentemente sono stati sviluppati dei prodotti che agiscono sulla protezione della barriera intestinale.
Ad esempio dalla ricerca Aboca nasce Colilen IBS che agisce grazie al suo complesso molecolare vegetale brevettato ActiMucin, composto da Resine, Polisaccaridi e Polifenoli.

ActiMucin, tramite un meccanismo di tipo meccanico-fisico, interagisce con la superficie mucosale intestinale formando un film protettivo che protegge la mucosa dal contatto con le sostanze irritanti.

Un altro prodotto naturale privo di farmaci che ha trovato grande successo nel trattamento della sindrome del Colon Irritabile è Kijimea Colon Irritabile: I batteri inattivati termicamente di Kijimea Colon Irritabile offrono un aiuto valido grazie all’effetto cerotto: trovano miratamente le zone danneggiate della parete intestinale e vi aderiscono proteggendole come un cerotto. L’intestino è così protetto e i disturbi possono diminuire.

Nel caso invece il paziente soffra di una conclamata stipsi, per evitare una complicazione ed un peggioramento del quadro clinico, solitamente si procede alla somministrazione di lassativi specifici.

Benchè sia consigliabile non utilizzare costantemente lassativi, ci sono dei prodotti recenti utilizzati per regolarizzare l’attività intestinale in caso di stitichezza che possono essere utilizzati anche per periodi prolungati in quanto hanno un’azione delicata sull’intestino e non agiscono irritando ulteriormente la mucosa intestinale.

Ad esempio Dulcosoft Irregolarità e gonfiore è un lassativo con doppia azione: sgonfia la pancia, riducendo l'aria nello stomaco e contemporaneamente agisce sulla stitichezza.

Per la cura del colon irritabile, tuttavia, non esistono solamente protocolli farmaceutici, ma anche altri comportamenti e percorsi terapeutici che hanno come obiettivo quello di migliorare il rilassamento intestinale e, per quanto possibile, ridurre la possibilità di irritazioni delle pareti dell'intestino stesso.

Per i pazienti affetti da questa patologia è essenziale investire nella prevenzione dello sviluppo dei sintomi: è infatti molto più semplice evitare direttamente l'insorgenza delle problematiche più gravi, prevenendole.

Sono numerosi, infatti, i comportamenti che possono essere messi in campo per ridurre la probabilità di insorgenza di questi disturbi.

Come prevenire il colon irritabile?

Il colon irritabile è una patologia ancora in fase di studio in quanto non si è ancora riusciti a mettere in evidenza le cause e le ragioni del suo sviluppo. Per coloro che ne sono affetti è essenziale adottare un protocollo di prevenzione che permetta di contenere le possibili ricadute della patologia. È infatti risaputo ormai che il colon irritabile tende a manifestarsi soprattutto quando si attuano dei comportamenti scorretti in ambito alimentare.
È proprio questo, infatti, uno degli aspetti che in grado di determinare in maniera evidente la salute dell'intestino, non soltanto di coloro che soffrono di questa patologia, ma di tutti. Il colon irritabile, dunque, è una condizione che, come abbiamo visto, porta ad un'irritazione delle pareti intestinali.

L'obiettivo del piano alimentare deve essere quello di ridurre il più possibile la possibilità di infiammazione intestinale, facilitando, ma non troppo, l'evacuazione. Sembra un controsenso, ma coloro che soffrono di colon irritabile, devono evitare tutti quei comportamenti che vengono messi in atto per favorire una riduzione dell'evacuazione. Ne è un esempio la riduzione della fibra giornaliera, attraverso l'esclusione di prodotti integrali, di verdura, e di legumi.

L’obiettivo, infatti, per coloro che soffrono di colon irritabile è quello di favorire nelle prime fasi di correzione dei sintomi, la regolarizzazione intestinale e, successivamente, il ripopolamento di questa parte del dell'intestino da parte di un microbiota completo e capace di metabolizzare efficacemente le fibre.

Questo nutriente infatti è essenziale soprattutto per coloro che soffrono di colon irritabile: quando vengono metabolizzate infatti le fibre portano alla produzione di acido butirrico, una sostanza di natura lipidica capace di creare un film protettivo nella parete intestinale. L'acido butirrico, tuttavia, può essere prodotto solo dei batteri che, guarda caso, si nutrono proprio di fibre. In generale, dunque, si parte solitamente con un piano alimentare a ridotto contenuto di scorie per evitare una eccessiva irritazione intestinale e, successivamente, attraverso il principio della gradualità, vengono reintrodotte tutte le fibre alimentari che, nel lungo periodo, proteggeranno da possibili ricadute della malattia.

Colon irritabile: cosa mangiare?

Abbiamo capito dunque quanto debba essere curata l'alimentazione di un paziente che soffre di colon irritabile. Come anticipato nel paragrafo precedente il piano alimentare è suddiviso in periodi. Solitamente, quando si inizia, l'obiettivo è quello di sfiammare e regolarizzare l'intestino anche attraverso l'utilizzo di particolari integratori.

A questo scopo, solo nella prima fase, è consigliabile ridurre le scorie (fibre). In questo modo si riesce a controllare con più precisione l'evacuazione e a pulire l'intestino.

Successivamente, anche grazie all'utilizzo di particolari integratori e fermenti, costituiti da particolari ceppi batterici utili a contrastare i disturbi più comuni del colon irritabile come, ad esempio, il gonfiore, e la stitichezza.

A questo scopo, con molta gradualità, è possibile ricominciare l'introduzione delle fibre alimentari partendo con prodotti molto cotti e, possibilmente, frullati. Successivamente, dopo aver introdotto le verdure cotte frullate, è possibile passare alla verdura e alla frutta intere per quanto possibile private della buccia.

Se le condizioni del paziente lo consentono è possibile proseguire introducendo cereali integrali, anche in chicco e, infine, anche i legumi. In questo caso è consigliabile nei primi tempi passare ad un passaverdure per togliere la buccia esterna costituita da particolari oligosaccaridi che tendono a fermentare eccessivamente nell'intestino.
Successivamente, è possibile, dopo un periodo iniziale, cominciare il consumo anche dei legumi nella loro forma integra.

In questo caso infatti i polisaccaridi sono costituiti da galattosio e acido uronico: questi due composti sono il banchetto preferito dei batteri intestinali. Un microbiota equilibrato infatti deve essere l'obiettivo principale soprattutto, ma non solo, del paziente che soffre del disturbo. Solo in questo modo infatti sarà in grado di evitare continue ricadute della patologia.

Ecco, dunque, che una dieta per il colon irritabile non esiste, questa infatti deve essere cucita su misura da un professionista attorno al paziente, cercando di comprendere il più a fondo possibile le sue caratteristiche.
Va da sé, comunque, che in nome di questa patologia non possiamo limitare o eliminare il consumo di alcuni alimenti che hanno dimostrato proprietà protettive proprio a carico dell'apparato intestinale.

Quale frutta mangiare con il colon irritabile?

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, dunque, non esiste alcun alimento che deve essere eliminato nella dieta di coloro che soffrono di questa patologia.

Nel caso della frutta, tuttavia, è necessario chiarire alcuni aspetti importanti. La frutta è l'alimento naturale che per eccellenza contiene una quantità maggiore di zuccheri. Questi zuccheri sono prevalentemente costituiti da fruttosio ed alcuni particolari oligosaccaridi.

Alcuni frutti hanno delle concentrazioni di questi zuccheri particolarmente elevati che possono essere esageratamente fermentati a livello intestinale da parte di coloro che soffrono della sindrome del colon irritabile. È per questa ragione, infatti, che è consigliabile nella fase iniziale scegliere accuratamente la frutta in modo che questa possa portare la minor fermentazione possibile.

A questo scopo si rivelano come particolarmente efficaci le banane che, grazie alla pectina e alla abbondante presenza di amido a discapito di oligosaccaridi complessi, risulta più digeribile anche da parte di coloro che soffrono del disturbo.

Da evitare nel primo periodo sono invece il mango, la pera, i datteri e fichi: questi frutti infatti sono molto zuccherini e nelle fasi acute della patologia possono esacerbare i sintomi. Dopo, comunque, una iniziale eliminazione è bene provvedere quanto prima con gradualità all'introduzione di questo importante alimento, che è in grado di lenire e nutrire i batteri che popolano l'intestino crasso.

Attraverso la gradualità, infatti, possiamo allenare il nostro intestino a tollerare le fibre della frutta e della verdura e di altri alimenti. In questo modo dunque è possibile raggiungere la totale reintroduzione di tutti i frutti, con l'unica accortezza, solitamente, di stare attenti alla quantità.
Generalmente, infatti, nel lungo periodo anche coloro che soffrono di colon irritabile possono mangiare tutti i frutti, in questi soggetti comunque la quantità di frutta introdotta è comunque importante in quanto l'intestino non raggiunge mai la capacità di tollerare alti quantitativi di fruttosio. Per questa ragione, dunque, è sconsigliabile evitare di esagerare con l'anguria in spiaggia!

Quale tisana utilizzare per il colon irritabile?

Abbiamo compreso dunque come il colon irritabile sia una condizione multifattoriale particolarmente fastidiosa per chi ne soffre.

Non esiste un protocollo terapeutico unico, ma esistono una serie di trattamenti che, messi in fila, sono in grado di migliorare e tenere sotto controllo i sintomi. Tra le cartucce a disposizione per la cura dei sintomi in fase acuta quali il meteorismo o i crampi addominali, corrono in aiuto le tisane.

Queste, infatti, sono delle preparazioni decisamente interessanti capaci di riunire al loro interno principi attivi conosciuti da millenni, ma che anche la scienza è riuscita a confermarne la validità. Queste soluzioni si dimostrano come particolarmente efficaci per il trattamento del meteorismo (presenza di aria intestinale, gonfiore): tra le preparazioni più performanti ricordiamo i semi di finocchio, di anice, e di liquirizia.

Questi sono caratterizzate dalla presenza di particolari oli essenziali e principi attivi che facilitano l’eliminazione e prevengono la formazione dei gas. Hanno spiccate proprietà coleretiche e colagoghe. Ma non solo, l'acqua calda infatti è in grado di esercitare un rilassamento generalizzato nella muscolatura liscia dell'intestino, favorendo, al contempo, la riduzione dei campi e la facilità di evacuazione.

  • La liquirizia vanta proprietà digestive considerevoli grazie appunto alla sua capacità di stimolazione del rilascio dei succhi gastrici.
  • Il seme di finocchio migliora la gestione dell'acidità gastrica riducendola.
  • L'anice aiuta a contrastare i crampi addominali e, soprattutto, eventuali fenomeni di nausea.

Insieme questi tre prodotti si dimostrano come un valido aiuto nella lotta contro la sintomatologia acuta del colon irritabile. Molto utile, agendo in maniera indiretta, è la camomilla. Questa pianta officinale infatti non ha un effetto diretto nell'intestino ma, favorendo il rilassamento e la distensione muscolare, permette di ridurre le contrazioni addominali della muscolatura irritata dell'intestino, favorendo una piacevole sensazione di benessere.

Colon irritabile: a chi rivolgersi?

Il colon irritabile è una patologia molto complessa che necessita di una figura sanitaria molto formata per essere riconosciuta ed essere trattata. Se i sintomi non sono gravi è possibile contenere lo sviluppo della patologia adottando le accortezze descritte in precedenza.

Nel caso in cui invece i sintomi abbiano già raggiunto un livello elevato, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista per cercare di controllare la patologia ed eventualmente favorirne la regressione. Per farlo è necessario rivolgersi a gastroenterologi, medici specializzati nell'alimentazione, ed eventualmente nutrizionisti.
Queste figure, grazie all'approfondita conoscenza nel settore, sono in grado di consigliare il paziente ad adottare quei comportamenti più adatti alle proprie caratteristiche. In questo modo si evita il pericoloso fai-da-te che rischierebbe di portare ad un peggioramento invece che ad un miglioramento della condizione.
Le evidenze più recenti dimostrano quanto quei soggetti con sindrome acuta del colon irritabile riescano a regredire sensibilmente i sintomi gravi della patologia grazie al confronto con una figura professionale e specializzata, che è in grado di mettere in campo le conoscenze più approfondite del settore.

 
Farmacista laureata nel 2008 con una particolare specializzazione in ambito cosmetico. Da quando ha conseguito la sua laurea, Chiara ha dedicato anni alla formazione continua, con un occhio di riguardo alle novità nel settore della dermocosmesi. Molto attenta alle nuove molecole e ai progressi scientifici che possono migliorare la salute e la bellezza della pelle, segue costantemente corsi e si aggiorna per rimanere al passo con le ultime innovazioni. Dal 2020, Chiara arricchisce il blog di Tuttofarma con recensioni e articoli che esplorano le novità in ambito dermocosmetico. La sua competenza e attenzione per i dettagli la rendono una fonte affidabile di informazioni, apprezzata sia dai professionisti del settore che dal pubblico in generale. Con uno stile di scrittura che unisce l'approccio scientifico alla leggibilità, Chiara Papurello è la guida ideale per chi è alla ricerca di consigli pratici e soluzioni efficaci per la cura della pelle. Se siete interessati a scoprire le ultime tendenze e innovazioni nel mondo della dermocosmesi, gli articoli di Chiara su Tuttofarma sono un must-read. Facebook: https://www.facebook.com/chiaretta.papurello
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