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Vivere con il Favismo: Farmaci da Evitare e Consigli Utili

21/03/2024 - Pubblicato in Salute & Benessere

Il favismo è un’anemia emolitica che deriva dall’ingestione di fave da parte di determinati soggetti predisposti con deficienza di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi.

Oggi non esiste una vera e propria cura per il favismo, l'unico approccio veramente valido consiste nel fare prevenzione e quindi nell'evitare di ingerire determinati alimenti, bevande, sostanze e farmaci. Inoltre, esistono degli interventi d'urgenzche si possono intraprendere durante le crisi.

Cos’è il favismo e cosa lo provoca

I cosiddetti soggetti fabici presentano una carenza dell'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), che potrebbe causare conseguenze anche molto gravi: l’enzima G6DP è basilare affinché i globuli rossi funzionino perfettamente e ne sia garantita la sopravvivenza. Quando parliamo di favismo alludiamo a un'anomalia genetica che interessa specifici enzimi situati all'interno dei globuli rossi e potrebbe provocare una crisi emolitica associata a ittero. 

Inizialmente la patologia fu definita "malattia delle fave", nel tentativo di suggerire alle persone di evitare il consumo delle fave, ma anche di piselli, verbena, altre sostanze e alcuni farmaci. A provocare il favismo è proprio l’assunzione di sostanze presenti in alimenti o farmaci, che possono bloccare l'enzima G6DP causando l’emolisi dei globuli rossi e pesanti conseguenze per tutto l’organismo.

In alcuni casi, soffrono di anemia emolitica persone non fabiche ma affette da malaria, polmonite, epatite virale e Chetoacidosi diabetica.

Come si diagnostica il favismo e sintomi

Il deficit nella produzione dell’enzima Glucosio-6-fosfato deidrogenasi è abbastanza diffuso, con concentrazione in alcune aree del pianeta e condiziona la vita di più di 400 milioni di individui in tutto il mondo: stiamo parlando di una malattia di natura genetica, che provoca un forte danno ossidativo a carico degli eritrociti i quali rischiano di andare incontro a un processo di lisi cellulare. Ecco perché occorre che un paziente affetto da favismo presti molta attenzione prima di assumere qualunque alimento, soprattutto quando mangia fuori casa.

Per sapere se si è affetti da favismo, dopo aver notato determinati sintomi che potrebbero essere potenzialmente associati al disturbo, occorre sottoporsi a uno specifico test diagnostico per ricercare la presenza dell'enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi nei globuli rossi. L’esame serve per diagnosticare tutti i livelli di possibile carenza dell’enzima.

I principali sintomi legati alla presenza del favismo in un individuo sono:

  • febbre;
  • ittero;
  • oliguria;
  • possibile presenza di emoglobina nelle urine;
  • urine scure;
  • pallore cutaneo, colorito giallastro e verdastro;
  • sclere degli occhi gialle.

Forme di favismo

Non esiste una sola forma di favismo ma varie, generate da centinaia di mutazioni del gene G6PD e non ricollegabili a una deficienza enzimatica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha suddiviso le varianti geniche del favismo in cinque classi:   

    • Classe I: si tratta di una deficienza enzimatica grave, che determina un'anemia emolitica cronica;

    • Classe II: è un’altra deficienza enzimatica grave caratterizzata da un'emolisi a intermittenza;

    • Classe III: in questo caso la deficienza enzimatica è lieve, di norma non viene associata a emolisi e si manifesta esclusivamente in caso di grave stress ossidativo;

    • Classe IV: in questo caso l'attività enzimatica si tiene nella norma, non si manifesta alcuna anemia emolitica e di solito si tratta di forme silenti;

    • Classe V: si tratta di forme rare e asintomatiche, nelle quali l’attività enzimatica è superiore alla norma.

Rimedi contro il favismo

Oggi i rimedi contro il favismo sono basati esclusivamente sulla prevenzione, infatti ancora adesso non esiste alcun trattamento specifico. In caso di grave crisi emolitica si può ricorrere a delle terapie di supporto che possono aiutare i pazienti a superare l’anemia, tra queste c'è le trasfusioni di sangue. Mentre per quanto concerne i medicinali, è bene sapere che numerosi principi attivi, come quelli presenti negli analgesici, sono da evitare perché favoriscono lo stress ossidativo dei globuli rossi. 

Il favismo è un’intolleranza causata da una carenza enzimatica, ovvero un'anomalia genetica di alcuni enzimi presenti nei globuli rossi.

Non sono una cura, ma si potrebbe svolgere un ruolo di sostegno all'organismo l'assunzione dei migliori fermenti lattici e probiotici per ripristinare la flora batterica intestinale.

Cosa non può mangiare un soggetto fabico?

Ai fabici è assolutamente vietato mangiare determinati alimenti, inoltre, è bene che si rivolgano a un buon nutrizionista per comprendere l’entità del proprio deficit e lo stato del disturbo, in modo che questo possa intervenire prescrivendo una dieta adatta al caso. In attesa di una diagnosi chiara e delle prescrizione di un regime alimentare personalizzato, è comunque fondamentale che il paziente assolutamente non assuma:     

  • fave e tutti i loro derivati;
  • piselli;
  • lupini;
  • arachidi;
  • mirtilli;
  • verbena;
  • fagioli e legumi in generale;
  • vino rosso.

Quali medicine non si possono prendere con il favismo?

L’ingestione di fave e degli altri alimenti e delle bevande sopra menzionati può scatenare un fenomeno di ossidazione che può risultare letale per i globuli rossi, ecco perché chi è affetto da favismo impara a evitare questi alimenti e numerosi farmaci che fanno parte di una lista inserita nel database dell'Istituito dall’Attività di Farmacovigilanza.

La lista dell’Aifa è alquanto nutrita, include vari farmaci analgesici, antibiotici e antimalarici e raccomanda l’uso centellinato dell’integratore a base di vitamina K e di acido ascorbico.

Per la precisione, i farmaci da evitare in caso di favismo sono:   

    • analgesici: acido acetilsalicilico e paracetamolo;

    • antibiotici: chinolonici e sulfonammidi;

    • antimalarici: chinina, primachina e chinidina;

    • alcuni chemioterapici;

    • Blu di metilene.

In realtà, anche se spesso questo aspetto venga sottovalutato, i fabici non possono prendere neppure numerosi fitoterapici come:      

    • la Mentha piperita: perché l’enzima G6PD è fondamentale nell’eliminazione del mentolo;

    • tutti i vegetali fonti di salicilati come la Spirea ulmaria, il Salix alba, la Viola tricolor.

    • erbe usate nella medicina tradizionale cinese come il Chai Hu e l’Huang Lian: quest’ultimo, in particolare, ha causato gravi episodi emolitici fra i neonati cinesi, in quanto era utilizzato nel trattamento dell’ittero neonatale.

In caso di affezione da favismo bisogna stare attenti non solo riguardo a ciò che viene ingerito ma anche a ciò che viene applicato sulla pelle, perché non tutti sanno che in certi casi l’assorbimento cutaneo potrebbe determinare attacchi emolitici anche gravi. Alcuni dei prodotti da evitare assolutamente sono L’Henné nero e l’Henné rosso egiziano, largamente usati per colorare i capelli e creare pseudo-tatuaggi.

Chi ha il favismo può prendere ibuprofene?

Abbiamo detto che non esistono farmaci per curare il favismo, ma si può ricorrere solamente alla prevenzione o ad alcuni trattamenti di pronto intervento in caso di crisi emolitiche come la trasfusione di sangue: inoltre, numerosi medicinali vanno evitati a causa del principio attivo. Dall’altro lato, però, è possibile assumere alcuni farmaci come il Moment o il Brufen perché l’ibuprofene non scatena la patologia.

Chi ha il favismo può prendere Plasil?

Il Plasil è un farmaco studiato per far fronte alla prevenzione della nausea e del vomito che potrebbero manifestarsi in varie casistiche, ad esempio quelli che possono accompagnare un'emicrania acuta.

Chi è affetto da favismo e ne ha bisogno, può assumere tranquillamente il farmaco Plasil perché il metoclopramide non rientra nelle tabelle AIFA delle sostanze in grado di scatenare una crisi.

Chi ha il favismo può prendere l'aspirina?

L’acido acetilsalicilico, ovvero, l’aspirina, non rientra tra i medicinali controindicati in modo assoluto a chi ha il favismo, molti esperti lo fanno rientrare però tra i farmaci da usare con cautela.

Secondo la letteratura scientifica l’assunzione dell’aspirina a basse dosi come antiaggregante, come nel caso della cardioaspirina, non aumenta il rischio di anemia emolitica nei fabici.

Durante l’allattamento, ad esempio, l’aspirina viene trasmessa al bimbo tramite il latte materno ma in basse quantità: ciò significa che se una mamma assume la cardioaspirina, la dose passata al neonato tramite il latte è trascurabile.

L'acido acetilsalicilico va però del tutto evitato nella forma di carenza Mediterranea, Asiatica e Mediorientale. É consentito in tutti i casi di assoluta necessità, nelle dosi di 1 grammo con le dovute cautele.

Per evitare l'assunzione di aspirina dove questa non fosse inevitabile, molto spesso in sostituzione viene consigliato, pur restando nello stretto rispetto delle dosi consigliate, il paracetamolo è disponibile nella nostra categoria Farmaci contro Dolore e Infiammazione.

Conclusioni

Come si è compreso dal presente articolo, sono tante le classi di farmaci a essere assolutamente vietate, tuttavia, esistono alcune alternative come l'ibuprofene, che sono consentiti: la somministrazione di questo principio attivo viene comunque consigliata dal medico in dosaggio ridotto. In ogni caso, è sempre bene sentire parere del medico preventivamente e per qualsiasi dubbio.

Solo per fare qualche altro esempi, nel caso di pazienti con favismo che devono trattare i disturbi delle vie respiratorie ostruite dalla sovrapproduzione di muco, i medici suggeriscono bassi dosaggi di farmaci come l'acetilcisteina. Allo stesso modo, il Diclofenac viene consigliato per le sue proprietà antipiretiche, analgesiche e antinfiammatorie, ma anche in caso di reumatismi infiammatori e degenerative e di infiammazione e dolore post-traumatico. 

Nel caso in cui dovesse manifestarsi una crisi emolitica acuta, la soluzione più efficace risulterebbero le trasfusioni di sangue e la dialisi in pazienti con insufficienza renale. In casi estremi, si potrebbe ricorrere all’ultima soluzione che consisterebbe nel rimuovere chirurgicamente la milza, in quanto luogo in cui vengono distrutti i globuli rossi.

Occorre ricordarsi che la prevenzione è la cosa più giusta da fare nel caso di tutti i soggetti affetti da favismo, a prescindere dalla gravità.

 
Laureata in Lingue nel 2019, unisce la sua passione per i viaggi e le culture straniere che è una vera e propria vocazione che la porta a viaggiare, a immergersi in culture diverse e a interagire con persone di tutto il mondo. Queste esperienze hanno arricchito la sua comprensione del mondo, permettendole di apprezzare le diverse prospettive e modi di vita. Combinando la sua comprensione delle esigenze dei consumatori con la sua formazione in lingue e culture, è in grado di offrire approfondimenti unici sui prodotti di benessere e salute come integratori e cosmetici. Laura sa come trasmettere informazioni complesse in modo chiaro e coinvolgente, rendendo i suoi contenuti accessibili ad un ampio pubblico e dando consigli pratici sulla propria salute. https://www.linkedin.com/in/lauraferaudo/
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