Durante l'intero periodo di pandemia il tampone antigenico rapido (conosciuto anche come test rapido Covid-19) è stato al centro delle nostre attenzioni e utilizzato come sistema efficace di rivelazione della temuta malattia di origine virale.
Il tampone permette un'indagine di tipo qualitativo che si fonda sulla ricerca della presenza di molecole proteiche virali (dette antigeni) nel muco nasale o nelle mucose della faringe. Queste proteine vengono prodotte sulla superficie del virus SARS-CoV-2.
Quindi, in poche parole, il tampone rapido è in grado di indicare se l'infezione da Covid 19 è in corso nel momento in cui viene effettuato l'esame.
Si differenzia dal tampone molecolare. Quest'ultimo, infatti, riesce a identificare anche tracce del genoma a RNA del virus. Pertanto, risulta più sensibile del tampone rapido che rileva alcune specifiche componenti molecolari del virus (denominate scientificamente proteine spike) che indicano l'esposizione all'agente infettivo.
Per poter eseguire efficacemente il test rapido è bene ricordare in maniera preliminare variabili che potrebbero inficiare i risultati.
La prima variabile riguarda il prelievo. Questa fase dovrebbe essere eseguita possibilmente da personale esperto in quanto si tratta di una fase estremamente determinante per la buona riuscita del test.
Inoltre, un tampone dovrebbe essere affidabile. Questo è possibile verificarlo per mezzo di alcuni parametri di sensibilità e specificità affermata dai produttori del tampone. Un test con un elevato grado di sensibilità protegge dai risultati chiamati falsi negativi. Questa tipologia di risultati è molto rischiosa in quanto potrebbero portare il paziente a credere di non avere un'infezione in corso mentre, in realtà, si. A prescindere dalla tipologia del tampone rapido e dall'azienda produttrice, la sensibilità del test rapido dovrebbe avere un valore maggiore del 90%. Il limite è rappresentato dalla mancata rilevazione del periodo di incubazione prima dell'infezione che si manifesta senza sintomi.
Una terza variabile è rappresentata dalla contagiosità. Se la carica virale è decisamente bassa e, quindi, la replicazione del virus non è ancora cominciata o il contagio è appena avvenuto, il tampone rapido potrebbe non essere in grado di valutare la positività e il risultato potrebbe essere un falso negativo. Quindi, in poche parole, una persona potrebbe esser da poco contagiata ma risultare negativa al momento dell'esame col test rapido. Ripetuto il test il giorno successivo, la probabilità che si riscontri una positività è molto alta.
Funzionamento del tampone rapido
I tamponi rapidi hanno sulla superficie anticorpi specifici in grado di attaccarsi agli antigeni del virus responsabile dell'infezione. Durante il test rapido vengono intercettate dagli anticorpi delle porzioni proteiche appartenenti anche alla proteina Spike che si trovano sulla superficie del virus. Essendo un esame di tipo qualitativo, il risultato indica semplicemente se esiste o meno una reazione positiva tra antigene e anticorpo.
Quali sono le differenze con il tampone molecolare e il test sierologico?
Il tampone molecolare riesce ad individuare anche minime parti di acido nucleico (RNA) del coronavirus per mezzo di un sistema che permette di amplificare questa biomolecola a partire dai campioni prelevati dal naso o dal cavo orale.
Come i test molecolari, anche i test rapidi sono di tipo diretto, ovvero valutano in maniera diretta la presenza di tracce del virus nel campione in esame. La differenza risiede nel fatto che il tampone molecolare identifica il genoma del virus e non le sue proteine antigeniche.
I test sierologici sono esami di tipologia indiretta nel senso che rilevano la presenza o meno di anticorpi specifici che possono indicare che vi è stata una precedente infezione oppure ancora in corso.
Come si esegue la raccolta del campione e quando farlo
La raccolta del campione viene effettuata inserendo il bastoncino ovattato sterile e flessibile attraverso la narice. La manovra prosegue fino a quando non si riscontra una resistenza nelle vicinanze della parte più estrema della rinofaringe. A questo punto si fa ruotare il tampone lievemente e si pone il bastoncino estratto in un apposito contenitore o fiala. Stessa procedura è valida per la faringe.
L'obiettivo del tampone rapido è quello di individuare il contagiato in breve tempo in modo da limitare il contagio ed evitare la diffusione del virus alle persone che possono essere suscettibili di infezione.
Il tampone va fatto da 2 a massimo 5 giorni dal probabile contatto a rischio (anche senza sintomi) o all'insorgere dei sintomi tipici che fanno pensare all'infezione da Covid. Sarebbe opportuno, ad esempio, farlo dopo 2 giorni dal contatto e poi rifarlo al quinto giorno. Oppure può essere svolto in maniera preventiva qualora si debba incontrare persone fragili o immunodepresse.
Quanto tempo passa dal contagio alla fase di contagiosità?
Dalla fase di contagio all'inizio della replicazione virale passano circa un giorno. Ecco perché il tampone rapido andrebbe svolto dopo 48 ore e massimo 72 ore dall'eventuale contagio.
Qualora insorgessero dei sintomi che facciano pensare all'infezione da Covid è necessario effettuare subito il tampone. I sintomi sorgono dopo il periodo di incubazione quindi il tampone potrebbe rilevare l'eventuale esito positivo.
Il tampone rapido dà essenzialmente due risultati: positivo o negativo. La positività indica la presenza degli antigeni; la negatività indica l'assenza degli antigeni. Comunque, il tampone rapido può risultare negativo qualora la concentrazione degli antigeni sia minore del limite di rilevamento del test oppure il campionamento non è stato effettuato in maniera adeguata. Ecco perché le confezioni del kit affermano che un risultato negativo non esclude la possibilità di un'infezione. La negatività dovrebbe, pertanto, essere confermata da un tampone molecolare se il sospetto è abbastanza forte. È bene ricordare, inoltre, che se il tampone rapido viene fatto troppo presto si rischia di ottenere un falso negativo.
Quanto è affidabile il tampone rapido?
L'affidabilità è legata al tampone stesso e all'azienda produttrice. Anche perché attualmente non ci sono studi sufficienti a capire in maniera precisa quali sono i parametri di sensibilità e specificità ottimali. Inoltre, esistono delle differenze tra i tamponi rapidi eseguiti in farmacia, in laboratori privati e centri di microbiologia.
Quindi, in pratica, i tamponi rapidi non sono tutti precisamente uguali e in commercio alcuni sono più affidabili e altri meno. In linea generale, una elevata sensibilità determina un numero bassissimo di falsi negativi mentre una elevata specificità determina un numero basso di falsi positivi. È preferibile scegliere un tampone rapido con grande sensibilità (oltre il 90%).
I tamponi rapidi che sono autorizzati alla commercializzazione hanno il noto e riconoscibile marchio di qualità CE garanzia del fatto che il prodotto ha determinate caratteristiche e abbia superato una serie di controlli e test convalidando le attuali norme vigenti stabilite a livello europeo e nazionale.
Variante Omicron: caratteristiche e generalità
Omicron è una variante nuova del Coronavirus responsabile dell'infezione Covid-19. Negli ultimi tempi è al centro delle ricerche per l’elevato numero di mutazioni e la potenziale capacità di diffusione elevatissima. Nello specifico, la variante Omicron esprime oltre 30 mutazioni della proteina spike, ovvero la proteina che il virus utilizza per ingannare le difese immunitarie del nostro organismo e replicare con grande velocità.
Le varianti presentano una non silente minaccia. Le mutazioni a cui va incontro rendono il virus più temibile e imprevedibile. Una mutazione potrebbe rendere il virus ancora più contagioso e pericoloso in termini di impatto sulla salute rispetto alla prima versione del virus.
Agli esperti è noto che un virus che tende a mutare continuamente potrebbe divenire sempre più aggressivo. Potrebbe anche accadere che gli anticorpi rilasciati dal sistema immunitario per difendersi dall'infezione prodotti durante la malattia o in seguito a vaccinazione non riescano a contrastare le nuove varianti. Nasce pertanto il rischio di non essere protetti sufficientemente dal vaccino.
La diffusione delle varianti segnala che il virus sta ancora circolando in modo significativo. Maggiore è la quantità del virus in circolo e maggiore è la probabilità che ci siano le varianti.
Già dai primi studi, l'Omicron dimostra una maggiore capacità di trasmissione e una maggiore capacità di reinfettare i pazienti. In contrasto, i dati che sono stati elaborati ad inizio anno 2022 affermano che la percentuale di persone che sviluppano gravi patologie o muoiono in seguito ad infezione da Omicron è decisamente inferiore rispetto alle precedenti ondate pandemiche.
Anche la percentuale di ospedalizzazione è minore rispetto alla precedente conosciuta variante Delta. Ma rimane il dato che indica l'estrema contagiosità di Omicron. Quindi, in pratica, ogni individuo vaccinato ha meno probabilità di essere infettato da forme gravi di Covid, ma l'enorme incremento del numero dei casi positivi totali si relazioni con un numero maggiore di ricoveri con le relative conseguenze negative sul sistema sanitario.
La variante Omicron ha una contagiosità quasi 500 volte maggiore rispetto al ceppo originale. Pare sia stata riscontrata la propagazione più veloce della storia. Essa presenta ben 32 mutazioni a carico della proteina spike ma presenta anche le mutazioni delle varianti di preoccupazione. La presenza di mutazioni non indica necessariamente che la variante sia estremamente pericolosa per la salute ma ne aumenta la contagiosità.
Quali sintomi presenta la variante Omicron?
L'infezione comporta sintomi differenti da caso a caso ma è stato dimostrato che essi durano pochi giorni e sono lievi soprattutto in chi è vaccinato. Senza il vaccino, invece, non è ancora chiaro in che modo potrebbe sviluppare forme gravi di Covid.
Tra la popolazione suscettibile da infezione la gravità non è variata e si può distinguere il grado di sintomatologia grave, moderata, lieve e asintomatica. A questi casi clinici si aggiungono quelli di reinfezione. la maggioranza dei pazienti vaccinati accusano lievi disturbi di breve durata, tra cui tosse, mal di gola e febbre non alta.
Riconoscere i sintomi Omicron è semplice. Quelli più frequenti sono:
- tosse
- congestione
- naso che cola
- mal di testa
- affaticamento muscolare
- starnuti
- mal di gola
I sintomi legati alla prima ondata da Covid come febbre alta, tosse insistente e stizzosa e perdita del gusto e dell'olfatto sono meno riscontrabili nella variante Omicron.
Causa sintomi di lieve entità e di breve durata nelle persone vaccinate con due o tre dosi. Spesso si fa fatica a distinguere dall'influenza o da un semplice raffreddore che si contrae nella stagione invernale. Per queste motivazioni, nel caso di manifestazione di sintomi correlati al Covid, è bene rivolgersi al medico e seguire le cure prescritte dopo aver eseguito il tampone molecolare.
Incubazione e durata della variante Omicron
L'incubazione è di circa tre giorni. A causa dell'elevata contagiosità, Omicron riesce a colonizzare le mucose anche con una carica virale bassa. Nei pazienti che hanno fatto il ciclo completo di vaccino, la durata media della malattia è di 5 giorni o massimo 7.
Durante l'intero periodo di infezione il virus rimane nelle vie respiratorie alte e a livello della gola. Non raggiunge i polmoni evitando che si creino gravi problemi respiratori. Per queste motivazioni, Omicron risulta essere meno pericolosa delle precedenti versioni e delle altre varianti. Rimane il dato elevato, però, sulla trasmissibilità.
La trasmissione dell'Omicron avviene da persona a persona tramite un contatto con la persona infetta. Le modalità con le quali avviene il contagio sono quelle primarie ovvero con l'esposizione al droplet degli infetti. Quindi, tramite starnuti, tosse e naso colante. Inoltre, la trasmissione avviene anche tramite il contatto con oggetti e superfici contaminate e conseguente contaminazione tramite bocca, naso e occhi.
Considerate queste modalità, è fondamentale seguire le norme igieniche di prevenzione tra le quali starnutire o tossire all'interno di un fazzoletto o del gomito, eliminare immediatamente i fazzoletti inquinati in un cestino non aperto e lavare spesso le mani con acqua e sapone per almeno un minuto soprattutto dopo aver toccato oggetti o superfici sporchi prima di portarle al viso, bocca e occhi.
In alternativa al lavaggio con acqua e sapone, si può utilizzare un disinfettante per mani con alcool oppure un gel disinfettante in commercio. Qualora ci si debba trovare in situazioni in cui aggregazione di persone è elevata, l'uso delle mascherine è sempre consigliabile. Ovviamente, è importante rispettare tutte le indicazioni e limitazioni fatti rispettare dalle normative vigenti attualmente.
Quali tamponi rapidi migliori per rilevare Omicron?
Per la rilevazione dell'infezione da Omicron esistono tamponi rapidi in grado di identificare anche la nuova variante in maniera efficace oltre a dare risultati che riescano a discriminare anche altre infezioni stagionali come l'influenza.
SingClean tampone nasale Covid variante Omicron 1 Test è un test rapido utile per rilevare l'eventuale infezione anche della variante Omicron per un uso domestico che può essere svolto anche comodamente a casa.
In soli 15 minuti è possibile ottenere il risultato. Basta seguire le istruzioni sulla modalità d'uso indicate sulla confezione. Due linee colorate nella piccola finestra di osservazione indicano un risultato positivo. Una linea rossa all'altezza del controllo e nessuna linea all'altezza del test indica un risultato negativo. Qualora non compaia nessuna linea di controllo, è necessario ripetere il test effettuando un diverso campionamento.
All test tampone nasale per rilevare Covid e Influenza A e B è un test rapido auto diagnostico fai da te per rivelare l'infezione da Coronavirus e l'influenza di tipo A e B.
Si ottiene un risultato anche in 10 minuti ed è facilissimo da utilizzare. Il test viene effettuato all'interno delle narici seguendo semplicemente le istruzioni che compaiono all'interno della confezione. Stessa cosa dicasi per quanto riguarda l'interpretazione dei risultati.
All-Test è quindi in grado di rilevare il tipo di virus da cui possono dipendere i sintomi:
- Rileva se è in corso infezione da Coronavirus che causa COVID-19
- Rileva se è in corso infezione da virus dell’influenza di tipo A o tipo B
Il tutto con un semplice tampone nasale, valido per entrambi i risultati!