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Quali sono le alternative naturali al cortisone?

06/05/2025 - Pubblicato in Rimedi Naturali

I cortisonici naturali sono rimedi di origine vegetale o integratori che imitano in parte gli effetti del cortisone (i classici farmaci corticosteroidi) nel ridurre infiammazione e modulare il sistema immunitario.

A differenza del cortisone sintetico, queste alternative naturali non sono veri e propri ormoni, ma sostanze presenti in piante medicinali che agiscono attraverso meccanismi antinfiammatori o immunomodulanti.

Ciò significa che possono aiutare a spegnere l’infiammazione e alleviare dolori, gonfiori o reazioni del sistema immunitario, pur essendo generalmente più delicate sull’organismo e con meno effetti collaterali rispetto ai cortisonici tradizionali.

Cosa sono i cortisonici naturali?

Con cortisonici naturali si intendono quindi sostanze fitoterapiche (derivate da piante) dotate di proprietà antinfiammatorie e immunoregolatrici simili al cortisone. Non contengono cortisolo sintetico, ma funzionano stimolando il corpo a combattere l’infiammazione o bloccando determinate vie biologiche dell’infiammazione.

Ad esempio, alcune piante inducono le ghiandole surrenali a produrre più cortisolo endogeno (come fa il ribes nero), altre contengono molecole con struttura chimica e attività simile agli ormoni steroidei (come la glicirrizina della liquirizia).

Molti cortisonici naturali inibiscono mediatori dell’infiammazione (come le prostaglandine o i leucotrieni) con modalità paragonabili a farmaci antinfiammatori, seppur in modo più blando.

Come funzionano rispetto al cortisone tradizionale? 

La differenza principale sta nell’intensità e nella rapidità d’azione. Il cortisone di sintesi (farmaci come il prednisone, betametasone, etc.) è estremamente potente e agisce velocemente su infiammazioni acute gravi, ma comporta spesso importanti effetti collaterali (aumento di peso, pressione alta, osteoporosi, indebolimento del sistema immunitario, ulcere gastriche, ecc.).

Le alternative naturali, invece, offrono un effetto più dolce e graduale: possono richiedere più tempo per manifestare benefici e sono adatte per infiammazioni lievi o croniche da tenere sotto controllo nel lungo periodo.

Il vantaggio è che tendono a essere meglio tollerate e non presentano gli stessi effetti collaterali pesanti, risultando quindi una scelta interessante per chi cerca un approccio più delicato e preventivo. Ad esempio, l’artiglio del diavolo applicato localmente fornisce un’azione antinfiammatoria e analgesica senza gli effetti collaterali tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

Naturalmente, va sottolineato che l’efficacia dei cortisonici naturali è inferiore a quella di un cortisone farmacologico in situazioni acute gravi: non ci si può aspettare di curare con la sola erboristeria un forte attacco d’asma o una crisi allergica severa, dove il farmaco rimane indispensabile.

Tuttavia, per disturbi infiammatori moderati, dolori articolari, allergie stagionali o come supporto per ridurre il dosaggio di cortisonici prescritti (sempre dietro consiglio medico), questi rimedi naturali possono rivelarsi preziosi.

Di seguito vediamo le principali sostanze naturali considerate cortison-like – ovvero con effetto antinfiammatorio e immunomodulante – e come utilizzarle in sicurezza.

Boswellia serrata

La Boswellia serrata è una pianta originaria dell’India nota anche come albero dell’incenso. Dalla sua resina (il franchincenso) si ricava un estratto dall’alto potere antinfiammatorio, utilizzato da secoli nella medicina ayurvedica per dolori articolari, artrite e reumatismi.

I suoi principi attivi, gli acidi boswellici, agiscono bloccando specifici enzimi dell’infiammazione: in particolare inibiscono la 5-lipossigenasi, riducendo la produzione di leucotrieni, molecole coinvolte nei processi infiammatori.

Questa azione è diversa da quella del cortisone (che agisce sui recettori steroidei e su vari geni infiammatori), ma il risultato è comunque una significativa riduzione di gonfiore e dolore nelle zone colpite da infiammazione. La boswellia ha anche mostrato un effetto anti-complemento, contribuendo a modulare la risposta immunitaria.

In pratica, la Boswellia può essere vista come un antinfiammatorio naturale utile soprattutto per problemi osteo-articolari:

  • artrite (anche artrite reumatoide)
  • artrosi
  • dolori muscolari
  • infiammazioni croniche intestinali come il colon irritabile e la colite ulcerosa

Diversi studi indicano miglioramenti nei sintomi articolari con l’uso costante di estratto di boswellia. Un vantaggio importante è la buona tollerabilità: non provoca i classici disturbi gastrici dei FANS né gli effetti sistemici del cortisone, sebbene possa dare raramente qualche disturbo digestivo in individui sensibili.

In commercio troviamo la boswellia in compresse o capsule, spesso in associazione con altri elementi sinergici. Ad esempio, Rubigen Boswellia Composta unisce boswellia ed equiseto per supportare ossa e articolazioni: questa formulazione aiuta a ridurre i sintomi reumatici, migliorare la mobilità e alleviare i dolori articolari grazie alle proprietà antinfiammatorie della boswellia.

Un altro prodotto innovativo è CurcuDyn Fast, che combina Boswellia serrata e Curcuma longa in capsule a rapido assorbimento: è pensato per il benessere articolare e il contrasto delle tensioni, sfruttando l’effetto rapido e duraturo della tecnologia brevettata impiegata.

In generale, per beneficiare della boswellia si consiglia un uso quotidiano per alcuni settimane: gli effetti infatti tendono a manifestarsi gradualmente (spesso dopo 2-4 settimane di assunzione costante secondo i produttori).

Dal punto di vista delle dosi, molti integratori titolati in acidi boswellici suggeriscono circa 500-1000 mg al giorno di estratto secco. È sempre opportuno seguire le indicazioni in etichetta e del proprio farmacista o medico, soprattutto se si assumono anche farmaci (ad esempio anticoagulanti).

La boswellia è in generale sicura, ma per precauzione è meglio evitarla in gravidanza o se si soffre di gastrite ulcerosa severa, e verificare possibili interazioni se si è in terapia con farmaci specifici.

Curcuma

La curcuma (Curcuma longa) è una spezia dal vivace colore giallo-arancio, ricavata dal rizoma di una pianta tropicale. Oltre all’uso culinario, la curcuma è da tempo impiegata come potente antinfiammatorio naturale e antiossidante.

Il suo principio attivo principale, la curcumina, agisce su vari fronti: da un lato inibisce la produzione di leucotrieni e modula la sintesi di prostaglandine infiammatorie, dall’altro neutralizza i radicali liberi grazie alla sua azione antiossidante. In parole semplici, la curcumina aiuta a spegnere l’infiammazione a livello cellulare e a proteggere i tessuti dallo stress ossidativo.

La curcuma viene spesso paragonata a un “cortisone vegetale” per la capacità di alleviare dolori e infiammazioni croniche, pur non essendo un corticosteroide. Ad esempio, molte persone con artrosi o artrite riferiscono beneficio assumendo estratti di curcuma per periodi prolungati.

Studi clinici hanno evidenziato miglioramenti in condizioni come l’artrite reumatoide e l’osteartrosi grazie alla curcuma, anche se occorre ricordare che la curcumina ha una biodisponibilità limitata se assunta da sola. Per questo, gli integratori di qualità associano spesso la curcuma a piperina (estratto di pepe nero) o utilizzano formulazioni tecnologiche che ne aumentano l’assorbimento.

Le proprietà salutari della curcuma sono molteplici: oltre all’effetto antinfiammatorio confermato da studi in vitro e in vivo, ha mostrato attività:

  • epatoprotettrice (protezione del fegato)
  • digestiva (stimola la produzione di bile, migliorando la digestione dei grassi)
  • antinfiammatoria intestinale utile in patologie come il colon irritabile

Non a caso, alla curcumina “sono attribuite proprietà antiossidanti e antinfiammatorie” che la rendono un ingrediente chiave in molti integratori moderni.

Un integratore molto diffuso è la Curcuma 100% in compresse (Pharmalife), standardizzato al 95% in curcuminoidi e arricchito con pepe nero: tale formulazione sfrutta l’attività anti-infiammatoria e antiradicalica della curcumina per contribuire al benessere articolare e contrastare i processi infiammatori sistemici.

In ambito fitoterapico, la curcuma si trova anche in associazione con altre piante sinergiche: ad esempio con boswellia (come visto nel CurcuDyn Fast) o con lo zenzero, un’altra radice antinfiammatoria.

Come usare la curcuma? 

Per scopi antinfiammatori, le dosi comunemente impiegate negli studi vanno da 500mg a 2g di estratto di curcuma al giorno (equivalenti a circa 50-200 mg di curcumina pura, a seconda della titolazione). È importante assumere gli integratori di curcuma ai pasti, per migliorarne l’assorbimento, e seguire i cicli d’uso suggeriti (spesso 1-2 mesi continuativi).

La curcuma è in genere sicura, ma occorre cautela in caso di calcoli alla colecisti o problemi alle vie biliari (perché stimola la produzione di bile). Inoltre, avendo un lieve effetto fluidificante del sangue, chi è in terapia con anticoagulanti dovrebbe consultare il medico prima di assumerla ad alti dosaggi.

Artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) è una pianta originaria del deserto del Kalahari, nell’Africa meridionale, la cui radice tuberosa essiccata è da tempo utilizzata per combattere dolori e infiammazioni. Deve il suo curioso nome ai frutti legnosi muniti di uncini (simili ad artigli) che possono ferire gli animali, ma è nella radice che risiedono i suoi principi attivi.

In fitoterapia l’artiglio del diavolo è noto come uno dei più efficaci antinfiammatori naturali, tanto da essere soprannominato “cortisone vegetale” per la marcata efficacia contro le infiammazioni articolari. I composti principali della radice (arpagoside, arpagide e procumbide) conferiscono infatti a questa pianta un’attività antinfiammatoria e antidolorifica significativa, in particolare a livello muscolo-scheletrico.

Gli estratti di artiglio del diavolo agiscono riducendo la produzione di mediatori infiammatori, con un meccanismo in parte simile ai FANS (inibizione delle prostaglandine) ma senza irritare la mucosa gastrica come i FANS tradizionali. Ciò rende l’artiglio particolarmente utile per dolori cronici come mal di schiena, cervicale, tendiniti, artriti e artrosi.

Viene impiegato sia per uso interno (compresse, capsule, tisane) sia per uso esterno in gel o pomate da applicare localmente. In entrambe le modalità offre sollievo da dolori e gonfiori: per esempio, l’artiglio del diavolo viene consigliato in caso di:

  • dolori artrosici
  • reumatismi
  • traumi sportivi
  • mal di testa di origine tensiva

Molti prodotti per il benessere articolare contengono artiglio del diavolo. Su Tuttofarma troviamo, ad esempio, Specchiasol Artiglio del Diavolo in capsule, un integratore naturale mirato a favorire la funzionalità articolare e contrastare le infiammazioni.

Per chi preferisce un’applicazione locale, ESI No-Dol Gel all’Artiglio del diavolo è un gel da massaggio che sfrutta i principi vegetali per un rapido effetto analgesico e antinfiammatorio su muscoli e articolazioni, senza gli effetti collaterali dei farmaci sintetici. Molti notano beneficio applicando tali gel 2-3 volte al giorno sulle zone dolenti, specie in caso di contratture muscolari o tendiniti.

In termini di posologia orale, gli estratti secchi titolati vengono solitamente dosati intorno ai 400-600 mg, 1-2 volte al giorno, in base al contenuto di arpagoside. L’effetto dell’artiglio del diavolo, come altri rimedi naturali, non è immediato come quello di un antinfiammatorio chimico: richiede assunzione regolare per alcuni giorni/settimane per manifestarsi pienamente. 

Precauzioni: l’artiglio del diavolo è controindicato in gravidanza e allattamento, e chi soffre di ulcera gastrica o reflusso dovrebbe usarlo con prudenza (poiché può aumentare leggermente l’acidità gastrica).

Inoltre, potrebbe interagire con alcuni farmaci metabolizzati a livello epatico (come anticoagulanti tipo warfarin o antiaritmici), quindi è consigliabile consultare un medico se si è in terapia farmacologica prima di iniziare integratori a base di artiglio.

Liquirizia

La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è famosa come dolcetto, ma la sua radice possiede importanti proprietà medicamentose, tanto da poter essere annoverata tra le alternative naturali al cortisone. In particolare, il principio attivo principale, la glicirrizina, ha una struttura simile a quella degli ormoni steroidei e un’azione simil-cortisonica nell’organismo.

Questa sostanza inibisce l’enzima 11-beta-idrossisteroide deidrogenasi, responsabile della conversione del cortisolo in cortisone inattivo: di conseguenza, i livelli di cortisolo endogeno rimangono più elevati, producendo un effetto antinfiammatorio e anche mineralcorticoide (tipo aldosterone).

In pratica, la liquirizia potenzia l’azione antinfiammatoria del cortisolo prodotto dal nostro corpo, prolungandone la permanenza in circolo. Ecco perché viene talvolta paragonata a un “cortisone naturale”.

Oltre a questo meccanismo ormonale, la liquirizia contiene flavonoidi e altri composti con proprietà antinfiammatorie dirette: ad esempio, esercita un’azione lenitiva sulle mucose infiammate (utile nelle gastriti e coliti) e attività espettorante e calmante sulla tosse grazie ai suoi effetti emollienti.

Viene impiegata in caso di gastrite e ulcera gastrica per la sua capacità di proteggere la mucosa dello stomaco e favorirne la guarigione (esistono formulazioni di liquirizia deglicirrizzata – DGL – proprio per trattare ulcere senza rischio di effetti sulla pressione). Nella tradizione erboristica, un infuso di liquirizia è rimedio per mal di gola, tosse e bronchite, sfruttando le proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche della radice.

Su Tuttofarma troviamo formulazioni moderne come Dr. Giorgini Liquirizia Estratto Integrale (sciroppo liquido), indicato per favorire il benessere di gola e naso. Questo integratore liquido concentra l’estratto puro di radice di liquirizia, senza aggiunta di zuccheri o alcool, ed è utile per calmare irritazioni del cavo orale, faringite e tosse secca. La liquirizia è disponibile anche in capsule, taglio tisana o caramelle medicamentose per la gola.

Attenzione: sebbene “naturale”, la liquirizia non è esente da effetti collaterali, soprattutto se assunta in eccesso. L’aumento del cortisolo e l’azione tipo aldosterone possono causare:

  • ipertensione
  • ritenzione di liquidi
  • perdita di potassio (ipopotassiemia)

Per questo, chi soffre di pressione alta o scompenso cardiaco dovrebbe limitare l’uso prolungato di liquirizia (o scegliere prodotti deglicirrizzati). In genere, gli integratori standardizzati forniscono dosi controllate di glicirrizina (es. 200–400 mg al giorno) per restare in una fascia di sicurezza.

È sempre consigliabile non assumere contemporaneamente liquirizia e farmaci cortisonici o diuretici senza valutazione medica, poiché la liquirizia può potenziarne gli effetti (riducendo la gastrolesività dei cortisonici ma aumentando i livelli sistemici) e interferire con l’equilibrio elettrolitico.

Ribes nero

Il ribes nero (Ribes nigrum) è conosciuto in fitoterapia come uno dei rimedi naturali più efficaci per modulare le risposte infiammatorie e allergiche. Viene spesso definito il “cortisone naturale” per eccellenza, poiché i gemmoderivati (estratti dalle gemme fresche della pianta) stimolano la produzione di cortisolo endogeno da parte delle ghiandole surrenali.

Questo aumento di cortisolo interno contribuisce a ridurre le infiammazioni e svolge un effetto antistaminico naturale. In pratica, il ribes nero agisce come un tonico delle ghiandole surrenali, aiutando l’organismo a rispondere meglio a stati infiammatori o allergici, ma senza introdurre cortisone dall’esterno.

Le proprietà benefiche del ribes nigrum sono molteplici:

  • antinfiammatorio
  • antiallergico (antistaminico naturale)
  • immunostimolante moderato

Viene utilizzato per alleviare i sintomi di allergie stagionali (rinite, congiuntivite allergica, asma allergico lieve), spesso in associazione con altre piante decongestionanti.

Inoltre, è indicato in caso di infiammazioni croniche come artriti, reumatismi e persino affezioni della pelle (eczemi, dermatiti), grazie alla sua azione sfiammante sistemica. Infine, il ribes nero aiuta anche nelle sindromi da raffreddamento: essendo ricco di vitamina C e flavonoidi, supporta le difese immunitarie contro influenze e malanni stagionali.

In erboristeria si trova principalmente come macerato glicerico di ribes nero (gocce), ottenuto dalle gemme fresche. Un esempio è il Ribes Nigrum Gemmoderivato (es. Alchimia Benoit) da 50 ml, utilizzato proprio per alleviare allergie, stati influenzali e dolori articolari.

Si assumono generalmente 20-50 gocce in poca acqua, una o due volte al giorno, al mattino e (se necessario) a metà giornata, lontano dalle ore serali perché l’azione stimolante surrenalica potrebbe dare un leggero effetto energizzante. Ci sono anche compresse o capsule a base di estratto secco di ribes nigrum (meno comuni) e preparazioni in crema o gel per uso topico sulle infiammazioni cutanee.

Quando non deve essere assunto il ribes nero?

Il ribes nero è ben tollerato ai dosaggi usuali, ma va evitato l’uso in soggetti con ipertensione non controllata: stimolando il rilascio di cortisolo, un uso prolungato può aggravare un’eventuale pressione alta. Inoltre, a dosi molto alte, potrebbe interferire con farmaci anticoagulanti (contenendo acidi grassi che possono sommare effetto fluidificante).

In gravidanza se ne sconsiglia l’assunzione, così come nei bambini piccolissimi, salvo diverso parere medico. Per tutti gli altri, il ribes nero rappresenta un valido alleato naturale: ad esempio, molti soggetti allergici lo assumono preventivamente da fine inverno per ridurre la reattività durante la stagione pollinica, ottenendo spesso riduzione di sintomi e minore necessità di antistaminici di sintesi.

Consigli pratici e precauzioni

L’idea di utilizzare alternative naturali al cortisone è allettante per chi desidera evitare farmaci potenti e i loro effetti indesiderati. Tuttavia, è importante farlo con cognizione e prudenza.

Ecco alcuni consigli pratici se si intende introdurre questi rimedi:

  • Consultare un professionista: Prima di sostituire o affiancare un cortisonico naturale ai farmaci prescritti, è bene parlarne con il proprio medico o farmacista. Questo è cruciale soprattutto se si soffre di patologie importanti (asma grave, malattie autoimmuni attive, etc.) o si stanno assumendo farmaci (i rimedi naturali possono avere interazioni). Un farmacista esperto potrà indicare il prodotto fitoterapico più adatto e sicuro per il vostro caso
  • Usare prodotti di qualità e dosi corrette: Affidarsi a integratori standardizzati e di marchi affidabili (come quelli disponibili su Tuttofarma) garantisce una concentrazione costante di principi attivi e una maggiore sicurezza. Seguire sempre le dosi consigliate in etichetta. Più naturale non significa poter eccedere senza rischi: ad esempio, alte dosi di liquirizia o ribes nero per tempi prolungati possono avere effetti indesiderati, come abbiamo visto.
  • Non sospendere bruscamente i farmaci cortisonici prescritti: Se state assumendo un cortisone su indicazione medica per una condizione seria, non interrompetelo di colpo per passare all’alternativa naturale. I corticosteroidi di sintesi vanno eventualmente scalati gradualmente, sotto controllo medico, e solo se la situazione clinica lo consente. I rimedi naturali possono semmai essere inseriti come supporto per cercare di ridurre il dosaggio del farmaco, ma la transizione dev’essere valutata attentamente da un medico.
  • Tempo e costanza: Le terapie naturali richiedono costanza. Non scoraggiatevi se dopo pochi giorni non vedete ancora risultati evidenti: spesso occorrono 2-3 settimane perché l’azione antinfiammatoria “dolce” si manifesti. Valutate l’efficacia sul medio periodo e non aumentate le dosi autonomamente pensando di accelerare l’effetto.
  • Monitorare la propria condizione: Anche i rimedi naturali vanno “ascoltati” dal corpo. Monitorate eventuali cambiamenti: se notate che assumendo un certo integratore la pressione sanguigna sale, o compaiono disturbi (es. mal di stomaco, mal di testa, ritenzione idrica), sospendete e confrontatevi col medico. Ogni persona può reagire in modo diverso e naturale non è sinonimo di completamente innocuo per tutti.

Conclusione

In conclusione, le alternative naturali al cortisone rappresentano un valido strumento per chi cerca un approccio più equilibrato nella gestione di infiammazioni e allergie.

Piante come boswellia, curcuma, artiglio del diavolo, liquirizia e ribes nero offrono benefici antinfiammatori e immunomodulanti comprovati, spesso con un profilo di sicurezza migliore rispetto ai farmaci cortisonici tradizionali.

Sono particolarmente indicate per trattare disturbi minori o cronici, prevenire ricadute e migliorare la qualità di vita senza gravare sull’organismo con troppi effetti collaterali.

L’importante è utilizzarle con consapevolezza: rivolgetevi al vostro farmacista di fiducia (come i professionisti di Tuttofarma) per consigli personalizzati, leggete sempre le indicazioni dei prodotti e rispettate le precauzioni d’uso.

In questo modo potrete sfruttare al massimo i doni della fitoterapia ottenendo sollievo in modo naturale, sicuro e sostenibile nel tempo.

 
Andrea Caudera
Laureato in farmacia nel 2008, è un profondo conoscitore del mondo della salute e del benessere. Dal 2016, è una presenza costante sul blog di Tuttofarma, dove si dedica alla scrittura di articoli scientifici centrati su rimedi naturali e le loro proprietà benefiche. Oltre alla sua expertise in campo farmaceutico, Andrea è anche un appassionato di tecnologia e informatica, un mix che gli permette di presentare informazioni complesse in modo chiaro e accessibile. La sua attenzione al dettaglio e la ricerca accurata fanno di lui una fonte affidabile per chi cerca orientamento nel campo della salute naturale. Andrea scrive con uno stile che coniuga professionalità e accessibilità, rendendo le sue informazioni utili sia per esperti del settore che per il pubblico generale. Linkedin: https://www.linkedin.com/in/andreacaudera84/
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